Le registrazioni di Purple rain
Inviato: 11/11/2010, 22:42
Sempre da studioregistrazione.com
Gli anni ‘80 richiamano alla memoria suoni sintetizzati, ritmiche campionate e riverberi improbabili in una miscela sonora totalmente diversa da tutto quello che la musica era stata fino a poco tempo prima, ed uno dei simboli di tutto ciò è sicuramente Prince.
Il cosiddetto genio di Minneapolis riuscì a creare un originalissimo cocktail di black music e pop che lo fece diventare una star assoluta con moltissimi singoli ai primi posti delle classifiche, oltre che un pupillo della critica musicale che in lui vedeva quasi una reincarnazione più moderna e funky di Jimi Hendrix.
Nel 1984 Prince era quasi all’apice della sua popolarità, ed il suo nuovo disco per la colonna sonora dell’omonimo film, Purple Rain, lo consacrò definitivamente.
Visto che alcune scene del film si svolgevano nel locale Minneapolis Dance Company la scelta della produzione fu di registrare dal vivo l’album proprio in quel relativamente piccolo club che poteva fornire allo stesso tempo un accurato controllo del suono e l’intimità di un concerto di piccole dimensioni.
Il fonico responsabile delle registrazioni era David Z, che aveva già in precedenza lavorato con Prince e ne aveva guadagnato la fiducia, che potè utilizzare uno dei migliori sistemi di registrazione mobili dell’epoca, con tutta una serie di outboards come 4 limiter 1176 della UREI, due compressori dbx 160 e molto altro.
David Z ricorda perfettamente anche i microfoni utilizzati per quella sessione dal vivo: Prince registrò la sua voce con uno Shure SM57, ed altri SM 57 furono posizionati davanti agli amplificatori delle chitarre.
La batteria fu microfonata con un AKG D-12 sulla cassa, SM 57 sul rullante (sopra e sotto), AKF 451 come panoramici ed un Neumann KM84 sul charleston.
Oltre alla batteria acustica erano presenti anche due drum machines modello LinnDrum LM1, che funzionavano come basi attorno a cui costruire le ritmiche delle canzoni.
Il sistema di registrazione, dotato di monitors della Westlake, era posizionato su di un camion fuori dal club, ed è proprio da li che David Z operò, principalmente inserendo un pò di compressione su voce e chitarra quando i livelli del suono si alzavano troppo e si rischiava di distorcere la registrazione. Con l’andare della serata l’energia sul palco aumentò, quindi il fonico dovette continuamente abbassare il guadagno dei preamplificatori sempre più vicini alla soglia della distorsione.
Alla fine David Z riuscì ad ottenere una registrazione pulita ed i nastri furono portati per il missaggio allo Studio 3 del Sunset Sound a Los Angeles, dove David Leonard si occupò delle sovraincisioni dell’orchestra (con microfoni Telefunken 251 e Neumann U47) e di altre parti che Prince volle aggiungere. Ci fu anche qualche parte editata specialmente quando il rientro dei vari microfoni rendeva difficile il missaggio, ma a detta dei fonici niente di drastico.
La prossima volta che ascoltate ‘Purple rain’ ricordatevi che si tratta della registrazione di un concerto dal vivo!
Gli anni ‘80 richiamano alla memoria suoni sintetizzati, ritmiche campionate e riverberi improbabili in una miscela sonora totalmente diversa da tutto quello che la musica era stata fino a poco tempo prima, ed uno dei simboli di tutto ciò è sicuramente Prince.
Il cosiddetto genio di Minneapolis riuscì a creare un originalissimo cocktail di black music e pop che lo fece diventare una star assoluta con moltissimi singoli ai primi posti delle classifiche, oltre che un pupillo della critica musicale che in lui vedeva quasi una reincarnazione più moderna e funky di Jimi Hendrix.
Nel 1984 Prince era quasi all’apice della sua popolarità, ed il suo nuovo disco per la colonna sonora dell’omonimo film, Purple Rain, lo consacrò definitivamente.
Visto che alcune scene del film si svolgevano nel locale Minneapolis Dance Company la scelta della produzione fu di registrare dal vivo l’album proprio in quel relativamente piccolo club che poteva fornire allo stesso tempo un accurato controllo del suono e l’intimità di un concerto di piccole dimensioni.
Il fonico responsabile delle registrazioni era David Z, che aveva già in precedenza lavorato con Prince e ne aveva guadagnato la fiducia, che potè utilizzare uno dei migliori sistemi di registrazione mobili dell’epoca, con tutta una serie di outboards come 4 limiter 1176 della UREI, due compressori dbx 160 e molto altro.
David Z ricorda perfettamente anche i microfoni utilizzati per quella sessione dal vivo: Prince registrò la sua voce con uno Shure SM57, ed altri SM 57 furono posizionati davanti agli amplificatori delle chitarre.
La batteria fu microfonata con un AKG D-12 sulla cassa, SM 57 sul rullante (sopra e sotto), AKF 451 come panoramici ed un Neumann KM84 sul charleston.
Oltre alla batteria acustica erano presenti anche due drum machines modello LinnDrum LM1, che funzionavano come basi attorno a cui costruire le ritmiche delle canzoni.
Il sistema di registrazione, dotato di monitors della Westlake, era posizionato su di un camion fuori dal club, ed è proprio da li che David Z operò, principalmente inserendo un pò di compressione su voce e chitarra quando i livelli del suono si alzavano troppo e si rischiava di distorcere la registrazione. Con l’andare della serata l’energia sul palco aumentò, quindi il fonico dovette continuamente abbassare il guadagno dei preamplificatori sempre più vicini alla soglia della distorsione.
Alla fine David Z riuscì ad ottenere una registrazione pulita ed i nastri furono portati per il missaggio allo Studio 3 del Sunset Sound a Los Angeles, dove David Leonard si occupò delle sovraincisioni dell’orchestra (con microfoni Telefunken 251 e Neumann U47) e di altre parti che Prince volle aggiungere. Ci fu anche qualche parte editata specialmente quando il rientro dei vari microfoni rendeva difficile il missaggio, ma a detta dei fonici niente di drastico.
La prossima volta che ascoltate ‘Purple rain’ ricordatevi che si tratta della registrazione di un concerto dal vivo!